Muscoli masticatori. Anatomia. Metodi diagnostici. Patologie muscolari.
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La regione maxillo-facciale ospita due gruppi muscolari chiave: i muscoli masticatori, che controllano il movimento della mandibola, e i muscoli facciali, che contribuiscono alle espressioni. I muscoli masticatori sono essenziali non solo per masticare ma anche per parlare, deglutire e persino cantare, modellando la mandibola e lo scheletro facciale.
I muscoli masticatori si suddividono in tre categorie funzionali:
- Elevatori della mandibola, inclusi il massetere, il temporale e i muscoli pterigoidei mediali, che chiudono la mandibola con precisione e forza.
- Depressori della mandibola, come il miloioideo, il genioioideo e i muscoli digastrici, unicamente attaccati a due strutture mobili: la mandibola e l'osso ioide.
- Muscoli pterigoidei laterali, che protrudono la mandibola in avanti durante la contrazione bilaterale e la spostano lateralmente con l'attivazione unilaterale.
Questo intricato intreccio tra gruppi muscolari consente alla mandibola di eseguire movimenti complessi e coordinati. Le contrazioni attive di un insieme di muscoli sono bilanciate dal rilassamento controllato dei loro antagonisti, garantendo meccaniche della mandibola fluide e precise, fondamentali per la funzione orale.
Comprendere il ruolo dei muscoli masticatori nei Disturbi Temporomandibolari (TMD) è fondamentale per fornire trattamenti efficaci. La disfunzione dei muscoli masticatori è un fattore chiave nel dolore correlato ai TMD, negli squilibri occlusali e nelle meccaniche mandibolari – condizioni che incontri regolarmente nella pratica odontoiatrica. Partecipa al corso "Disturbi Temporomandibolari e Dolore Orofaciale: Protocolli di Trattamento Aggiornati" e acquisisci conoscenze avanzate e metodologie per affrontare le complessità dei TMD e migliorare i risultati per i pazienti.
Muscolo Massetere
Il muscolo massetere è una struttura potente e complessa vitale per la masticazione. È composto da due strati: lo strato superficiale, con fibre allineate obliquamente, si attacca al bordo inferiore dell'arco zigomatico, mentre lo strato profondo, con fibre orientate verticalmente, origina internamente e si integra con la fascia temporale. Questi strati si inseriscono ampiamente, dalla tuberosità massetere del angolo mandibolare alla superficie laterale posteriore del ramo, estendendosi vicino al secondo molare.
La porzione profonda del massetere, a volte chiamata muscolo zigomaticomandibolare, origina dalla superficie interna dell'arco zigomatico e si collega al processo coronoide. Questa porzione può funzionare come antagonista del muscolo temporale posteriore mentre sinergizza con il muscolo pterigoideo laterale. Le regioni superiore e inferiore del massetere sono nettamente separate vicino alla sezione superiore posteriore.
I muscoli e i tessuti circostanti svolgono ruoli complementari. Il massetere è parzialmente coperto dai muscoli platisma e risorio, che contribuiscono alle espressioni facciali. Il platisma si attiva durante la contrazione forte e si collega all'orbicolare delle labbra, mentre il risorio risponde alle emozioni. Inoltre, il terzo inferiore del massetere si trova approssimativamente 2–3 cm anteriormente al muscolo sternocleidomastoideo, che può contrarsi durante la contrazione. Parte del massetere è avvolta dal tessuto della ghiandola parotide.
Funzionalmente, il massetere facilita una chiusura forte della mandibola. La contrazione bilaterale solleva la mandibola, mentre l'attivazione unilaterale la sposta verso l'esterno e verso il lato attivo. Il massetere aiuta anche nella protrusione mandibolare e stabilizza i movimenti. Innervato dal ramo masseterico del nervo trigemino (nervo cranico V), svolge un ruolo fondamentale nella masticazione e nella meccanica mandibolare.
Muscolo Temporale
Il muscolo temporale, una struttura a forma di ventaglio, origina dalla fossa temporale e dalla porzione squamosa dell'osso temporale. Le sue fibre convergono in un forte tendine che passa sotto l'arco zigomatico per attaccarsi al bordo anteriore e alla superficie interna del processo coronoide della mandibola, estendendosi lungo il bordo anteriore del ramo ascendente quasi fino al terzo molare.
Questo muscolo può essere suddiviso in tre regioni funzionali in base all'orientamento delle fibre. Le fibre anteriori inclinano in avanti, aiutando principalmente nella chiusura, spesso lavorando sinergicamente con il massetere. Le fibre medie corrono verticalmente e contribuiscono all'elevazione della mandibola, mentre le fibre posteriori allineate orizzontalmente ritirano o riposizionano una mandibola protrusa all'indietro, agendo come antagonisti del massetere durante tali movimenti. Quando tutte le fibre si contraggono simultaneamente, lavorano insieme per elevare la mandibola, garantendo meccaniche precise e controllate della mascella.
Innervato dai rami temporali della divisione mandibolare del nervo trigemino (nervo cranico V), il muscolo temporale svolge un ruolo vitale nella masticazione e nel posizionamento della mandibola.
Muscolo Pterigoideo Mediale
Il muscolo pterigoideo mediale origina dalla superficie mediale della lamina pterigoidea laterale e dalla fossa pterigoidea, estendendosi fino all'osso palatino. La sua inserzione si estende sulla superficie mediale dell'angolo mandibolare e del ramo, raggiungendo l'area intorno al foro mandibolare.
Funzionalmente, il pterigoideo mediale gioca un ruolo critico nell'elevazione della mandibola, assistendo nella protrusione e facilitando il posizionamento laterale. La contrazione bilaterale solleva e protrude la mandibola, mentre l'attivazione unilaterale la sposta verso il lato opposto, consentendo movimenti laterali precisi. Questo muscolo è innervato da un ramo della divisione mandibolare del nervo trigemino (nervo cranico V), sottolineando la sua importanza nella masticazione coordinata e nella meccanica della mandibola.
Attraverso la sua struttura anatomica e funzionalità, il muscolo pterigoideo mediale opera come un importante stabilizzatore e motore della dinamica mandibolare.
Muscolo Pterigoideo Laterale
Il muscolo pterigoideo laterale, con le sue due teste distinte, è fondamentale per i movimenti mandibolari, in particolare per la protrusione e la stabilizzazione dell'articolazione temporomandibolare (ATM). La testa inferiore origina dalla superficie esterna della placca pterigoidea laterale, mentre la testa superiore deriva dall'ala maggiore dell'osso sfenoide. Entrambe le teste convergono nei punti di inserzione sul collo anteriore del condilo mandibolare, sulla capsula dell'ATM e sulla parte anteriore del disco articolare.
Ogni testa svolge ruoli specifici durante la dinamica della mandibola. La testa superiore è principalmente attiva durante le azioni di chiusura della bocca come masticare, stringere e deglutire. Essa garantisce un corretto allineamento e stabilizzazione della testa condilare e del disco articolare contro l'eminenza articolare durante la chiusura mandibolare. Al contrario, la testa inferiore si attiva durante l'apertura della bocca e la protrusione, facilitando il movimento verso il basso, in avanti e controlaterale del condilo. Insieme, le due teste consentono la protrusione, la depressione e l'abduzione controlaterale della mandibola, contribuendo anche alla stabilizzazione complessiva dell'articolazione.
Quando entrambi i muscoli pterigoidei laterali si contraggono simultaneamente, ruotano le teste condilari e spingono la mandibola in avanti. L'attivazione unilaterale sposta la mandibola lateralmente. Questa attività coordinata è essenziale per movimenti mandibolari precisi durante la masticazione e il linguaggio. Il muscolo pterigoideo laterale è innervato dal ramo mandibolare del nervo trigemino (nervo cranico V).
Il movimento mandibolare si basa sull'interazione armoniosa dei muscoli masticatori. Mentre un gruppo si contrae attivamente, i suoi antagonisti si allungano, garantendo movimenti equilibrati ed efficienti essenziali per la masticazione.
Metodi Diagnostici
Esistono diversi metodi diagnostici utilizzati per valutare i muscoli masticatori, ognuno dei quali offre informazioni sulla loro funzione e sui potenziali problemi. Questi metodi aiutano a rilevare condizioni come ipertonìa muscolare, ipotonìa, disfunzione o squilibri occlusali.
Tecniche diagnostiche moderne come l'elettromiografia (EMG), la diagnostica ecografica e il test della funzione muscolare basato su aria compressa offrono preziose informazioni sullo stato dei muscoli masticatori. Questi metodi possono aiutare a identificare condizioni nascoste come l'ipertonia e l'ipotonìa, che possono sorgere non solo da disturbi specifici legati alla mandibola, ma anche a causa di squilibri occlusali o disfunzioni dell'ATM. Esaminando l'anatomia dei muscoli masticatori dalla prospettiva della cinematica e della dinamica della mandibola inferiore, possiamo rilevare disturbi che potrebbero contribuire a processi patologici. Questo consente una diagnosi tempestiva, una diagnosi differenziale e la formulazione di una diagnosi preliminare.
I pazienti spesso cercano trattamento presso le cliniche dentali per lamentele relative a cambiamenti morfologici e funzionali nell'apparato masticatorio. Questi problemi possono coinvolgere disturbi nella cinematica della mandibola inferiore, che sono spesso le cause sottostanti di vari disturbi dell'ATM e dei muscoli masticatori. L'etologia e la patogenesi di questi disturbi possono essere influenzate da fattori come anomalie di articolazione e occlusione, processi patologici e malattie di altri componenti dell'apparato masticatorio, disturbi psicologici, squilibri endocrini, malattie metaboliche e infettive, e traumi (ad es., microtraumi, contusioni o fratture della mandibola inferiore). È importante notare l'interrelazione di questi fattori eziologici e patogenetici. Tuttavia, manca ancora uno standard medico-economico unificato per la cura ambulatoriale dei pazienti con malattie dell'ATM e dei muscoli masticatori, portando a lamentele e preoccupazioni giustificate da parte dei pazienti. Pertanto, ottimizzare la diagnosi e il trattamento di queste condizioni rimane una questione significativa nella pratica odontoiatrica.
Trascurare o sottovalutare gli aspetti funzionali dell'apparato masticatorio—come la relazione centrale, le interazioni occlusali e le caratteristiche dinamiche individuali in casi clinici complessi legati alla patologia dell'ATM—può portare a situazioni di conflitto e gravi conseguenze per i pazienti. Questo si manifesta spesso come difficoltà nell'adattamento a protesi dentali che non si allineano con lo stato dentale o le esigenze funzionali del paziente, influenzando infine l'efficacia del trattamento.
Modalità diagnostiche per la disfunzione dei muscoli masticatori: Elettromiografia e Risonanza Magnetica.
Elettromiografia (EMG)
L'elettromiografia (EMG) è un pilastro nella valutazione dell'attività neuromotoria dei muscoli masticatori. Analizzando l'attività bioelettrica, fornisce informazioni sulla coordinazione muscolare, simmetria e capacità funzionale, aiutando nella diagnosi dei disturbi dell'articolazione temporomandibolare (ATM) e delle disfunzioni correlate.
Procedure e Metodologia
L'EMG utilizza elettrodi a superficie o a ago per misurare i segnali elettrici durante l'attività muscolare. Gli elettrodi a coppa superficiali sono tipicamente posizionati nei punti motori per valutare l'attività muscolare abbinata bilateralmente, garantendo una valutazione completa della simmetria funzionale. Per obiettivi specifici come il muscolo pterigoideo laterale, possono essere preferiti gli elettrodi a ago per la precisione, nonostante le loro limitazioni durante attività dinamiche come la masticazione.
Per migliorare l'accuratezza diagnostica, l'EMG integra test funzionali tra cui:
- Test di occlusione centrale per misurare l'attività durante la chiusura della mandibola.
- Masticazione specifica per compiti per valutare l'attività funzionale in tempo reale.
- Posizione di riposo della mandibola per identificare la tensione muscolare anomala a riposo.
Risultati nella Disfunzione
Le modifiche patologiche osservate tramite EMG nei casi di disturbi dell'ATM includono:
- Asimmetria nell'attività muscolare abbinata, indicativa di uno squilibrio neuromuscolare.
- Rapporti di attività alterati tra muscoli agonisti e antagonisti.
- Attività di riposo spontanea, suggestiva di tensione muscolare cronica.
Ad esempio, i pazienti con occlusione distale possono mostrare iperattività compensatoria nei muscoli suprahioidei, insieme a un'attività ridotta nei muscoli massetere e temporale. Riconoscere questi schemi aiuta a personalizzare le strategie terapeutiche.
Imaging a Risonanza Magnetica (IRM)
L'IRM è una modalità di imaging di riferimento per valutare l'integrità strutturale e funzionale dei muscoli masticatori, in particolare i muscoli pterigoidei mediali e laterali. Questi muscoli sono situati in profondità e difficili da valutare attraverso metodi convenzionali, rendendo l'IRM indispensabile nella diagnosi delle disfunzioni dell'ATM.
Ruolo nella Diagnosi delle Disfunzioni dell'ATM
L'IRM cattura cambiamenti strutturali e patologici dettagliati lungo l'intera lunghezza dei muscoli masticatori, inclusi:
- Morfologia e Dimensione: Variazioni nelle dimensioni muscolari collegate ad anomalie occlusali e intra-articolari.
- Localizzazione della Patologia: Identificazione di zone lineari ipointense che si correlano con la disfunzione clinica.
- Associazioni Dinamiche: Studi hanno dimostrato che le variazioni anatomiche del muscolo pterigoideo laterale influenzano significativamente le condizioni intra-articolari dell'ATM.
I risultati della risonanza magnetica, come quelli delle immagini pesate T1 (T1WI) e delle sequenze a eco di gradiente (GRE), si correlano con i sintomi clinici e altre modalità di imaging come la tomografia computerizzata (TC) e l'ecografia. Queste osservazioni forniscono una base per comprendere la progressione della malattia e formulare una prognosi.
Patologie Muscolari nel Dolore Facciale: Parafunzione, Bruxismo e Disfunzione Muscoloscheletrica
Il dolore muscoloscheletrico facciale rappresenta un'interazione complessa di attività muscolare patologica, squilibri strutturali e fattori psicogeni, manifestandosi spesso in condizioni come la parafunzione muscolare, il bruxismo e sindromi dolorose associate. Comprendere la loro eziologia, patogenesi e gestione è essenziale per una diagnosi e un trattamento efficaci.
1. Parafunzione muscolare
La parafunzione muscolare si riferisce ad un'attività muscolare anormale, eccessiva o abituale non correlata alla funzione fisiologica, come il digrignare o serrare i denti senza masticare. Questo può sovraccaricare i muscoli masticatori, portando a ipertonus e alla formazione di punti di attivazione miofasciali (MTP). Queste zone localizzate di tensione muscolare possono provocare dolore che si irradia attraverso il viso, la testa e il collo. I sintomi chiave includono:
- Dolore facciale o alla mascella, particolarmente durante lo stress o la masticazione.
- Mobilità della mascella limitata o deviazione durante l'apertura e la chiusura.
- Rigidità muscolare palpabile e tenerezza.
I comportamenti parafunzionali, come la contrazione prolungata dei denti durante la concentrazione o il sonno, aggravano lo stress meccanico sul sistema masticatorio, predisponendo i pazienti a disturbi dell'articolazione temporomandibolare (ATM).
2. Bruxismo
Il bruxismo, una forma specifica di attività parafunzionale, è caratterizzato da digrignamento o serramento involontario dei denti, spesso durante il sonno (bruxismo notturno) o la veglia (bruxismo diurno). Questa condizione è influenzata da stress, ansia, predisposizioni ereditarie o disturbi del sonno. I suoi effetti includono:
- Usura dei Denti: Usura localizzata o generalizzata, che influisce sull'estetica e sulla funzione.
- Ipertrofia Muscolare: In particolare nei muscoli massetere e temporale, contribuendo al dolore facciale.
- Sovraccarico dell'ATM: Che porta a infiammazione, rumori articolari o osteoartrite.
- Sviluppo di MTP: Dolore che si irradia verso aree adiacenti, comprese le tempie, le guance e la mandibola.
Strumenti diagnostici avanzati, come l'elettromiografia (EMG) e l'imaging, sono fondamentali per rilevare il bruxismo e lo strain muscolare associato.
3. Dolore muscoloscheletrico facciale
Il dolore muscoloscheletrico facciale è spesso intrecciato con la parafunzione e il bruxismo, aggravato da asimmetrie strutturali o problemi muscoloscheletrici sistemici, come la scoliosi o squilibri scheletrici. I meccanismi patofisiologici includono:
- Punti di attivazione e dolore cronico: Il sovraccarico muscolare cronico crea Punti di Attivazione Miofasciali (MTP), portando a dolore in schemi specifici:
- Dolore temporale è spesso associato a MTP nel trapezio, temporale, e nei muscoli sternocleidomastoideo.
- Il dolore nell'orecchio e nell'area dell'ATM può derivare da disfunzioni nei muscoli pterigoidei e masseteri.
- Il dolore orbitale può essere collegato a MTP nei muscoli orbicolari degli occhi, trapezio, massetere, e sternocleidomastoideo.
- Il dolore alle guance e dentale in entrambe le arcate dentarie è comunemente causato da MTP nei massetere, pterigoidei laterali, e nei muscoli trapezio.
- Il dolore alla gola è frequentemente correlato a MTP nei muscoli digastrici, pterigoidei, e sternocleidomastoideo.
- Mobilità ristretta: Limitazioni funzionali nell'apertura della bocca o deviazioni dovute a ipertonotonia muscolare o disfunzione articolare.
- Interazioni neurologiche: Nei casi gravi, condizioni come la nevralgia del trigemino possono esacerbare il dolore muscoloscheletrico.
Strategie di gestione
Il dolore orofacciale e i disturbi temporomandibolari (TMD) possono presentare sfide diagnostiche e terapeutiche. Padroneggia il processo di distinzione tra vari TMD e condizioni correlate ed esplora gli standard di trattamento stabiliti da leader come Jeffrey P. Okeson, Gary D. Klasser e Lawrence Gottesman nel nostro corso “Scuola Americana di Trattamento Basato su Evidenze dei Disturbi Temporomandibolari”!
Un approccio multidisciplinare è cruciale per gestire queste patologie muscolari, mirando sia al sollievo dei sintomi che alle cause sottostanti:
1. Gestione del dolore:
- FANS (ad es., lornoxicam) per l'infiammazione e il sollievo dal dolore.
- Iniezioni di punti trigger con anestetici locali o miorilassanti.
- Splint ortopedici per ridurre lo stress sul sistema masticatorio.
2. Affrontare la Parafunzione e il Bruxismo:
- Interventi comportamentali e tecniche di gestione dello stress.
- Dispositivi orali personalizzati per proteggere i denti e ridurre lo sforzo muscolare durante il sonno.
3. Fisioterapia e Riabilitazione:
- Terapia laser intraorale per un profondo rilassamento muscolare.
- Terapia manuale mirata ai muscoli pterigoidei laterali e cervicali.
4. Sostegno Psicologico:
- Antidepressivi o ansiolitici per pazienti con dolore cronico e significativo disagio emotivo.
5. Misure preventive a lungo termine:
- Interventi ortodontici o protesici per correggere gli squilibri occlusali.
- Esercizi di rilassamento per ridurre la tensione muscolare.
La parafunzione muscolare, il bruxismo e il dolore muscoloscheletrico facciale sono condizioni interconnesse con significative implicazioni per la salute dentale e generale. La loro gestione richiede un approccio integrato che combina il sollievo dal dolore, la correzione strutturale e la modifica comportamentale. Strumenti diagnostici avanzati e piani di trattamento personalizzati possono migliorare notevolmente i risultati, affrontando sia i sintomi che le cause sottostanti di questi disturbi complessi.
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